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Questi piccoli folletti del bosco, dalle forme e colori bizzarri, stanno testimoniando l’arrivo di una delle stagioni più belle dell’anno.
L’Islanda è una terra che sa sorprendere: non si può rimanere indifferenti davanti a contrasti così evidenti.
Cosa ci farà mai una piramide ed una sfera nel deserto? La luce non delle migliori, certo, ma al meteo non si comanda: è solo un ricordo che mi son voluta portare a casa. E condividere con voi.
Djupalonssandur è una bellissima spiaggia di ciottoli modellati dalle forze del mare e del vento, con una serie di rocce di forma misteriosa che emerge dall’oceano. Si trova nella penisola di Snaefellsnes.
Si arriva alla spiaggia scendendo in mezzo ad alte scogliere, e ci si ritrova subito in mezzo a resti di un antico naufragio, vera prova delle condizioni meteorologiche nella zona. Si trovano lì 4 grosse pietre una volta utilizzate dai pescatori per testare la loro forza e che vanno da oltre 150kg a circa 20kg.
La cosa che mi ha colpito di più è questa bizzarra forma di lava che sembra quasi quello che rimane di un antico castello nel mare.
Beh…non sempre l’Islanda regala tramonti e albe spettacolari…Ti capitano quei giorni dove stranamente non piove ma che non emozionano particolarmente per quanto riguarda la luce.
Magari ti trovi anche in luoghi molto turistici e, tra il passaggio di turisti, hai solo il tempo di uno scatto per portarti a casa un ricordo, come facciamo tutti, di quella terra che vive, si genera continuamente, si modella in aspetti diversi e che, questo si, ti emoziona.
Þingvellir è un parco nazionale dell’Islanda ed è anche è uno dei luoghi più importanti della storia islandese.
In questa zona si osserva molto bene il fenomeno della deriva dei continenti: ci sono gole e faglie che attraversano la regione; la più grande di esse, chiamata Almannagjá è un vero e proprio canyon. E’ impressionante camminarvi dentro.
Come si sa, il meteo cambia spesso in Islanda e dopo tutta la giornata di pioggia incessante, la luce verso sera mi ha regalato questa ripagante visione.
Si guarda spesso all’Islanda come un paese bellissimo, emozionante, dai panorami mozzafiato. La nostra è alla fine una vacanza, breve o lunga, perciò non ci si sofferma troppo a pensare alle difficoltà di vivere in un paese come questo: dalle lunghe distanze, rese impraticabili a volte dal clima rigido, ai venti violenti oltre che a fenomeni legati al vulcanismo, solo per citarne alcune.
Ecco che questa foto e questa nave incagliata mi fa riflettere proprio su questo aspetto, di questa terra che, nonostante tutto, continua ad affascinarmi.
Non posso negarvelo: durante giornate uggiose di nebbia come lo sono state queste ultime, una passeggiata nel Carso evoca in me pensieri a volte anche tristi: il Carso sembra tingersi di rosso per il sangue dei soldati caduti in guerra…Qui infatti camminando ci si imbatte continuamente in trincee, fortificazioni, e mentre cerco di esaltare il bello e il poetico di questo paesaggio, un velo di tristezza mi accompagna.
I colori che mi circondano vanno dal verde al rosso porpora, passando per tutte le sfumature del giallo e dell’arancione. Merito dello Scotano conosciuto anche come Sommaco o albero della nebbia, nome dovuto alle infruttescenze bianche, vistosamente piumate. Un tempo le sue foglie venivano usate nella concia delle pelli, per la tintura delle stoffe: le foglie per tingere di rosso, il legno veniva invece usato per ottenere il giallo. La sua altezza raramente raggiunge i due metri, comprensibile visto che l’altipiano carsico è molto esposto alla Bora. Ma è una pianta forte che si accontenta di affondare le proprie radici a volte appena in pochi centimetri di terra tra le fessure della roccia.
Oggi non c’è il sole ad accendere i colori ma da questa immagine potete vedere lo spettacolo di tinte e sfumature che l’autunno regala all’altipiano carsico.
Un luogo visto milioni di volte. Ma io qui ho avuto un insolito incontro…
Forme bizzarre nei ghiacci della laguna di Jökulsárlón.
Ma cosa ci farà mai una tartaruga di ghiaccio in Islanda?
Una giornata brutta? senza colori ? Si ma …
Mi ricordo che quel giorno, senza colori, tutto grigio, faceva freddo e il vento soffiava forte. Non so se era pioggia o erano gli schizzi delle onde che venivano sollevate e trasportate dal vento…era difficile fotografare, stavo a stento in piedi ma non ho voluto rinunciare a fotografare il gigante di pietra che osserva e controlla l’oceano oppure che semplicemente ne gode della sua bellezza, sia nel grigiore di una giornata autunnale sia nei colori caldi e belli di una limpida giornata in un’altra stagione.
Ci sono luoghi come questo dove i sensi si perdono circondati da tanta bellezza.
I colori delle terre o del cielo che si sta lentamente tingendo; un ruscello che delicatamente interrompe un maestoso silenzio; un’aria così pura, non la si può descrivere…tutto è assolutamente perfetto per donare tanta serenità.
Un posto che non urla ma sussurra. Quanto mi manca questa terra.