Tag:Summer
In questo periodo nei boschi non si trovano solo Pianelle, orchidee e lucciole… ci sono anche queste meraviglie: Paris quadrifolia, più conosciuta come Uva di volpe ( Erba crogiola, Quadrifoglia, Parisetta ).
E’ un fiore che si perde nel verde del sottobosco, a volte nascosto dall’erba ed è difficile spostare la propria attenzione da orchidee belle come le Scarpette di Venere a questo fiorellino ma sono sempre più convinta che il bello della fotografia naturalistica è cercare di catturare tutto quello che può sembrare anche insignificante o che comunque fa meno clamore rispetto a tante belle immagini che vediamo quotidianamente sui social.
Sempre lei, splendida Cypripedium calceolus. Per questa fotografia, ho utilizzato una lente che molti di voi conoscono, il Trioplan, lente che peraltro non uso più molto spesso. Ma ogni tanto mi piace rispolverarla per ottenere questo bokeh così unico e inconfondibile, proprio come lo è questa orchidea.
Inconfondibile, nonostante questa rappresentazione un po’ sognante, evanescente, effimera come un riflesso: la Pianella della Madonna resta una delle orchidee più belle e vistose sul nostro territtorio.
La penisola di Látrabjarg è nota per le spettacolari scogliere e per l’abbondante avifauna: le scogliere si estendono per 12 km lungo la costa e le altezze variano da 40 a 400 m. Qui nei mesi estivi si possono trovare una gran varietà di uccelli marini che vi nidificano a migliaia, rendendole un posto particolarmente affascinante. Da giugno ad agosto nidificano e si riproducono incredibili quantità di pulcinella di mare, gazze marine, urie, cormorani, fulmari e gabbiani tridattili. Le pulcinelle di mare sono estremamente abituate alla presenza umana e spesso si lasciano fotografare da una distanza minima.
Qui una Gazza marina ( Alca torda ) mi osservava mentre mi sporgevo dall’alto delle scogliere per godermi lo spettacolo dell’oceano.
Una fotografia per qualcuno forse un po’ cupa, un Argiope avvolto dal buio che lo circonda.
Un animale temuto dagli aracnofobici e che generalmente non suscita simpatia.
Un aracnide elegantissimo e che adoro fotografare, con la luce, con le ombre.
Punti di vista.
La sera si sta avvicinando. Ormai tra i rami di quercia filtrano solo pochi raggi di sole e tra un po’ tutto sarà avvolto da una debole luce crepuscolare. Si sentono i rumori della città in lontananza, qualche clacson, qualche motore. E dall’altra parte la musica del paese in festa, lontano. Qui invece c’è pace, la si respira. Rimango in silenzio, ascolto il suono del bosco, il movimento di qualche animale. Studio l’inquadratura, mi sporgo, catturo l’ultima luce che si riflette sul mare. Lontano. Ormai il tempo dei cervi volanti sta finendo, e già penso al prossimo anno, a rivederli. Un velo di malinconia mi fa compagnia mentre ritorno sui miei passi verso casa, accompagna la felicità di questa giornata, ricca di emozioni, come lo è sempre, in Natura.
Il piccolo popolo alato d’estate si scatena: tantissimi insetti nei prati danzano da un fiore all’altro, libellule e damigelle corrono veloci nelle zone lagunari, e nei boschi? Nei boschi si assiste ad un altro spettacolo: verso la fine delle calde giornate di giugno e luglio si aprono le “danze” dei cervi volanti…. non molto aggraziate, a dir il vero. Questi goffi coleotteri si spostano da un ramo all’altro delle querce alla ricerca delle femmine, e non lo fanno di certo in modo silenzioso! E’ emozionante anche solo vederli mentre stanno per spiccare il volo, quando sollevano le elitre e dispiegano le loro ali. La ricerca delIa femmina li spinge ad allungare i loro voli, tanto da uscire dal bosco e attraversare le strade che separano i querceti del Carso. Purtroppo ogni anno si assiste a piccole stragi di cervi volanti colpiti o schiacciati sull’asfalto dalle macchine di passaggio. Speriamo che questo esemplare riesca a trovare la sua femmina e a perpetuare la specie che è già minacciata dalla scomparsa del suo habitat.
Notte stellata, notte di agosto, notte magica di San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti, le Perseidi … quale miglior modo per osservarle, se non andare in alta montagna a cercare il cielo più buio, aspettare il momento giusto e nel frattempo sognare ad occhi aperti, in questo meraviglioso angolo di natura, in pace lontano da tutti; giocare con le costellazioni, ascoltare il silenzio interrotto da qualche animale che passa nei paraggi, aspettando di esprimere un desiderio ?
No, io non ci vedo modo migliore.
Dall’afa soffocante del giorno alla fresca ( quasi fredda ) brezza della notte, col naso all’insù, ho aspettato di esprimere il mio desiderio, come chissà quanti di voi hanno fatto. Alla fin fine è difficile sottrarsi da questo spettacolo che ci fa tornare tutti un po’ bambini .
Mi ricordo, da bambina, la fobia smisurata che avevo nei confronti di tutti quei piccoli animali che temevo potessero avvicinarsi a me senza che me ne accorgessi, come ad esempio i ragni.
Oggi invece sono io che vado a cercarli, con attenzione , nel loro ambiente, curandomi di non rovinare le loro opere, le loro tele, che con fatica costruiscono e che io ammiro come fossero opere d’arte.
Da qualche parte, tempo fa, ho letto che gli Argiopi potrebbero esser chiamati i Picasso degli Aracnidi …e come non essere d’accordo?
Inconfondibile…. Con la sua postura e le sue zampette, la sua testa triangolare, i suoi grandi occhi.
Ah, per me la mantide religiosa è proprio un bellissimo insetto, difficile da trovare, nascosto nella vegetazione, immobile in attesa della sua preda. La sua postura ricorda quella di una preghiera, ma, controsenso, è ben noto anche il suo cannibalismo post-nuziale. Vi siete mai chiesti quante cose in natura “sono” strane? A volte inorridiamo quando alcune di queste curiosità ci giungono per la prima volta all’orecchio, ma se ci pensiamo bene le leggi naturali non sono crudeli o strane, tutt’altro: ci sono invece degli equilibri che dovrebbero venir rispettati ma sappiamo che molto spesso, purtroppo, non è così.
Questa piccolissima mantide l’ho fotografata nel “mio” Carso triestino, proprio mentre i miei pensieri inseguivano fili logici e illogici sulla vita. Osservavo la luce che attraversava una Asparagus acutifolius, asparagina selvatica, cercando chissà cosa, forse niente e… poi ho visto questo esserino piccolissimo… stentavo a crederci: una piccola mantis stava percorrendo un sentiero molto spinoso. Mi son detta che se lei così piccola riesce a superare spine così grandi, anche tutti noi possiamo superare certi ostacoli che ci sembrano insuperabili.
Dalla natura, sempre tanta saggezza.