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Primavera, tempo di fioriture e di Erba trinità, uno dei miei fiori preferiti. Ogni anno cerco di coglierne la bellezza e ogni anno mi rendo conto che la Natura è ineguagliabile: la nostra fortuna è saperla apprezzare e amare.
Ho ancora negli occhi la neve e il ghiaccio del mio ultimo viaggio nelle fredde terre del Nord ma qui, alle nostre latitudini, nei nostri sottoboschi, ormai, è primavera inoltrata. Le fioriture mi invitano alle prime uscite macro, e così, ecco la mia interpretazione per questi bianchi bucaneve: nel loro nome, la neve, ricordo dell’inverno che mi sta mancando già tantissimo.
Mi emoziona il fascino della scoperta, di posti nuovi o conosciuti ma visti e vissuti in modo nuovo, e la scoperta di sé stessi in una terra lontano dalla nostra quotidianità e che si presenta diversa e quindi nuova ad ogni viaggio. E mi emoziona fotografare, per ricordare questi viaggi e questi momenti.
Vedere queste immense distese blu viola di lupini circondate dall’affascinante paesaggio islandese è sempre emozionante. Ho cercato allora di darne una mia interpretazione, realizzando questa fotografia, che mi riporta col pensiero a due anni fa.
In questo periodo nei boschi non si trovano solo Pianelle, orchidee e lucciole… ci sono anche queste meraviglie: Paris quadrifolia, più conosciuta come Uva di volpe ( Erba crogiola, Quadrifoglia, Parisetta ).
E’ un fiore che si perde nel verde del sottobosco, a volte nascosto dall’erba ed è difficile spostare la propria attenzione da orchidee belle come le Scarpette di Venere a questo fiorellino ma sono sempre più convinta che il bello della fotografia naturalistica è cercare di catturare tutto quello che può sembrare anche insignificante o che comunque fa meno clamore rispetto a tante belle immagini che vediamo quotidianamente sui social.
Sempre lei, splendida Cypripedium calceolus. Per questa fotografia, ho utilizzato una lente che molti di voi conoscono, il Trioplan, lente che peraltro non uso più molto spesso. Ma ogni tanto mi piace rispolverarla per ottenere questo bokeh così unico e inconfondibile, proprio come lo è questa orchidea.
Inconfondibile, nonostante questa rappresentazione un po’ sognante, evanescente, effimera come un riflesso: la Pianella della Madonna resta una delle orchidee più belle e vistose sul nostro territtorio.
Il fascino irresistibile della fotografia macro per me è immergermi in un mondo che ho sempre sotto agli occhi ma che in realtà non si può osservare nei particolari, se non fermandosi.
Stendermi a filo d’erba e osservare diventa un viaggio in un mondo diverso, è scoprire da un punto di vista inconsueto gli elementi che sono comuni se visti, come facciamo spesso, da una certa distanza. Un viaggio fatto lentamente e mentalmente.
Anche un prato colorato di crochi diventa qualcosa di diverso se osservato col naso all’insù, quasi dal loro punto di vista, verso l’alto, osservando le fronde degli alberi.