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L’”International Day of Forests” è stata proclamata 5 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Giornata vuole celebrare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tutti i tipi di foreste, così ogni 21 marzo i paesi sono sollecitati ad intraprendere sforzi a livello locale, nazionale e internazionale per organizzare varie attività come le campagne di piantagione di alberi, simposi, mostre d’arte o concorsi fotografici dedicati ai boschi e alle foreste. Un invito a tutti, quindi, magari non solamente oggi ma ogni giorno, a essere sempre maggiormente sensibili e rispettosi di questo polmone verde fondamentale per tutti gli esseri viventi.
La stagione dei colori è arrivata. E così il sottobosco non è più costellato solo da miriadi di bucaneve e campanelle ma cominciano ad arrivare anche le altre fioriture come ad esempio le epatiche, che spezzano il bianco con il loro color violetto, e come i denti di cane, che è il soggetto di questa fotografia, i cui colori sono più tenui andando da un bianco rosato a un rosa violetto. La forma del suo fiore è così bello e particolare da non passare inosservato nel sottobosco.
Questi piccoli folletti del bosco, dalle forme e colori bizzarri, stanno testimoniando l’arrivo di una delle stagioni più belle dell’anno.
Quanti ricordi conservo pensando a questo fiorellino …
Il pensiero vola a quando ero piccolina, le lunghe passeggiate con i miei nonni, ascoltare i loro racconti, storie di natura che allora non comprendevo bene ma ora, per quello che mi ricordo, ne faccio tesoro.
Questo Muscari? Mia nonna me lo ha fatto conoscere come Soldatino. Me lo ha fatto osservare da vicino per la sua somiglianza con i grappoli d’uva nera. Me lo ha fatto amare e rispettare come tutti gli altri fiori e alberi.
Oggi è solo una occasione per riportarmi col pensiero nel passato e con un po’ di nostalgia, sorridere ai ricordi.
E’ stato un incontro casuale, in lontani prati carsici sloveni, mentre ero alla ricerca di altre fioriture. E’ stato un incanto, vederla spuntare dall’erba, elegante e fiera, questa splendida Fritillaria orientalis, col suo lungo stelo e la sua grazia. E’ stata anche una fortuna accorgermi della sua presenza, dato che in quel prato ho trovato solo questo esemplare di Fritillaria.
Un fiore davvero incantevole, tanto bello quanto raro.
Con tutte le fioriture che ci sono, colori e profumi, perchè un elleboro ?
Nel sottobosco pennellato di un delicato verde l’elleboro si nasconde, si confonde, tono su tono, non è appariscente come gli altri fiori che maggiormente vengono fotografati in questo periodo, come le orchidee ad esempio, primizie di stagione, che catturano la nostra attenzione per le loro forme e colori. No, lui no: lui passa inosservato tra fili d’erba, quasi mimetico. Un fiore comune ma non banale, credo meriti un po’ d’attenzione… e allora accolgo la sfida, non lo trovo facile da fotografare ma cerco di valorizzarlo in questa cornice di crochi .
Aspettare che il sole sorga e illumini il sottobosco, e con i suoi raggi tiepidi favorisca l’ennesimo miracolo della Natura: lo sbocciare di fiori sotto ai propri occhi… tutto ciò dietro a questa foto, sensazioni difficili da descrivere ma che meritano di essere provate.
L’attesa della luce giusta che accarezzi il fiore che hai scelto: solo lui nell’inquadratura, unico partecipe, solo una piccola lama di luce per illuminare un suo petalo.
Niente di più.
Cliccare sull’immagine per ingrandire.
Un augurio di Buon Anno Nuovo a tutti!
Che questo 2016 porti tanta serenità a tutti!
Non posso negarvelo: durante giornate uggiose di nebbia come lo sono state queste ultime, una passeggiata nel Carso evoca in me pensieri a volte anche tristi: il Carso sembra tingersi di rosso per il sangue dei soldati caduti in guerra…Qui infatti camminando ci si imbatte continuamente in trincee, fortificazioni, e mentre cerco di esaltare il bello e il poetico di questo paesaggio, un velo di tristezza mi accompagna.
I colori che mi circondano vanno dal verde al rosso porpora, passando per tutte le sfumature del giallo e dell’arancione. Merito dello Scotano conosciuto anche come Sommaco o albero della nebbia, nome dovuto alle infruttescenze bianche, vistosamente piumate. Un tempo le sue foglie venivano usate nella concia delle pelli, per la tintura delle stoffe: le foglie per tingere di rosso, il legno veniva invece usato per ottenere il giallo. La sua altezza raramente raggiunge i due metri, comprensibile visto che l’altipiano carsico è molto esposto alla Bora. Ma è una pianta forte che si accontenta di affondare le proprie radici a volte appena in pochi centimetri di terra tra le fessure della roccia.
Oggi non c’è il sole ad accendere i colori ma da questa immagine potete vedere lo spettacolo di tinte e sfumature che l’autunno regala all’altipiano carsico.