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A volte sono attimi, momenti di grande emozione, istanti che chissà se avremo mai occasione di rivivere. Forse sono speciali proprio perchè sono effimeri.
Non so dirvi se è stato più emozionante assistere all’alba, con questa delicata luce che accarezzava le distese di neve illuminando la cascata degli dei oppure se l’emozione maggiore è stata aspettare questo momento, in totale solitudine, durante l’ora blu, e immaginare minuto dopo minuto l’attimo successivo.
E’ proprio vero … “L’attesa del piacere è essa stessa un piacere”.
Affascinata: ecco la mia reazione davanti allo spettacolo di queste perfette formazioni di basalto, come fossero state scolpite dalla mano di un artista.
Ho voluto mantenere i colori del basalto tenui, come li si ammira in natura. Inutile forzare la bellezza di questo scorcio, è già perfetto così 🙂
Aldeyjarfoss, Islanda, 2015.
Doveva essere uno spettacolo incredibile, assistere alla formazione di queste colonne di basalto. Spesso mi piace giocare con l’immaginazione e fantasticare su scenari ancor più affascinanti di quelli attuali.
Un gruppo di cascate fortunatamente ancora poco turistiche ma che indubbiamente meritano una visita. Il loro nome è legato al folclore islandese, sono infatti dedicate alla gigantessa Kola. Secondo la leggenda, Kola viveva su una sporgenza nella gola dove aveva trovato un posto piuttosto comodo dove sostare. Si narra che a volte, dopo una buona notte di sonno, Kola gettava la sua mano nuda nel ruscello per prendere il salmone a colazione, che avrebbe mangiato crudo a stomaco vuoto. A volte, però, lo gettava anche in un buco nel terreno con acqua bollente. Lì avrebbe cucinato il suo pescato per pranzo o per cena.
Leggenda a parte, è uno spettacolo impressionante attraversare il ponte e guardare le calme acque del fiume saltare improvvisamente e precipitare in avanti su così tante cascate imponenti, merita godersi questo spettacolo che certamente non lascerà nessuno impassibile.
Forse è l’animale-simbolo dell’Islanda, assieme ai cavalli, volpi artiche e naturalmente pecore. Di certo è quello più simpatico che abbia mai visto, nonostante gli occhioni un po’ malinconici. Ricordo che all’inizio non ero particolarmente interessata a fotografare le Pulcinelle di mare: avevo visto così tante foto, belle ed emozionanti, con luci incredibili, che in quella giornata di tempesta, così grigia, avrei forse preferito fotografare il paesaggio, i bellissimi fiordi del Nord. Ma poi, come non rimanerne affascinati? Complice anche la scogliera di Látrabjarg, con la sua vertiginosa altezza di oltre 400metri, complice l’oceano burrascoso e il sole che improvvisamente si faceva largo tra le nuvole, complici chissà quante altre cose, i loro voli acrobatici, la loro confidenza… sarei rimasta ore ed ore ad osservare queste bellissime creature, sulla scogliera, anche senza fotografare, perchè davvero a volte bisogna fare un passo indietro, e in pace, fermarsi e ammirare la Natura.
La purezza dell’acqua, il candore della neve, le forme particolari del ghiaccio, l’assordante rumore della cascata, il freddo tagliente, il vento così potente da non riuscire quasi a stare in piedi.
Tutto questo è sempre emozionante, soprattutto quando sei lì ad aspettaere l’alba, la prima luce, un nuovo inizio, nessuno attorno, in completa solitudine, in grande serenità.
E’inverno, sta imperversando l’ennesima bufera. La luce poca, i brividi tanti: brividi non dal freddo, ma dalla forte emozione di trovarmi in questa terra che è ormai parte del mio cuore, in queste condizioni difficili ma altrettanto affascinanti.