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Con tutte le fioriture che ci sono, colori e profumi, perchè un elleboro ?
Nel sottobosco pennellato di un delicato verde l’elleboro si nasconde, si confonde, tono su tono, non è appariscente come gli altri fiori che maggiormente vengono fotografati in questo periodo, come le orchidee ad esempio, primizie di stagione, che catturano la nostra attenzione per le loro forme e colori. No, lui no: lui passa inosservato tra fili d’erba, quasi mimetico. Un fiore comune ma non banale, credo meriti un po’ d’attenzione… e allora accolgo la sfida, non lo trovo facile da fotografare ma cerco di valorizzarlo in questa cornice di crochi .
Aspettare che il sole sorga e illumini il sottobosco, e con i suoi raggi tiepidi favorisca l’ennesimo miracolo della Natura: lo sbocciare di fiori sotto ai propri occhi… tutto ciò dietro a questa foto, sensazioni difficili da descrivere ma che meritano di essere provate.
L’attesa della luce giusta che accarezzi il fiore che hai scelto: solo lui nell’inquadratura, unico partecipe, solo una piccola lama di luce per illuminare un suo petalo.
Niente di più.
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Mi ricordo, da bambina, la fobia smisurata che avevo nei confronti di tutti quei piccoli animali che temevo potessero avvicinarsi a me senza che me ne accorgessi, come ad esempio i ragni.
Oggi invece sono io che vado a cercarli, con attenzione , nel loro ambiente, curandomi di non rovinare le loro opere, le loro tele, che con fatica costruiscono e che io ammiro come fossero opere d’arte.
Da qualche parte, tempo fa, ho letto che gli Argiopi potrebbero esser chiamati i Picasso degli Aracnidi …e come non essere d’accordo?
Inconfondibile…. Con la sua postura e le sue zampette, la sua testa triangolare, i suoi grandi occhi.
Ah, per me la mantide religiosa è proprio un bellissimo insetto, difficile da trovare, nascosto nella vegetazione, immobile in attesa della sua preda. La sua postura ricorda quella di una preghiera, ma, controsenso, è ben noto anche il suo cannibalismo post-nuziale. Vi siete mai chiesti quante cose in natura “sono” strane? A volte inorridiamo quando alcune di queste curiosità ci giungono per la prima volta all’orecchio, ma se ci pensiamo bene le leggi naturali non sono crudeli o strane, tutt’altro: ci sono invece degli equilibri che dovrebbero venir rispettati ma sappiamo che molto spesso, purtroppo, non è così.
Questa piccolissima mantide l’ho fotografata nel “mio” Carso triestino, proprio mentre i miei pensieri inseguivano fili logici e illogici sulla vita. Osservavo la luce che attraversava una Asparagus acutifolius, asparagina selvatica, cercando chissà cosa, forse niente e… poi ho visto questo esserino piccolissimo… stentavo a crederci: una piccola mantis stava percorrendo un sentiero molto spinoso. Mi son detta che se lei così piccola riesce a superare spine così grandi, anche tutti noi possiamo superare certi ostacoli che ci sembrano insuperabili.
Dalla natura, sempre tanta saggezza.
All’imbrunire, nel Carso, quando la luce se ne sta andando, prima di tutto li senti. E’ un volo goffo, rumoroso, la prima volta che li vidi quasi mi spaventai. Ora li adoro, ne sono affascinata e ogni volta che li vedo, mi fermo a guardarli, quanto sono belli!
Il cervo volante è uno dei più grossi coleotteri in Europa, il suo nome deriva dalle sue caratteristiche mandibole molto sviluppate che ricordano appunto le corna di un cervo. Come si può vedere in questa foto, queste mandibole sono utilizzate per i combattimenti durante il periodo riproduttivo, il maschio in realtà non è così pericoloso come si può pensare, i suoi muscoli non sono in grado di muovere con tanta forza queste grosse protuberanze…che alla fine servono “solo” per sollevare il nemico e fargli fare un volo giù dall’albero. La femmina invece le ha più piccole, lei sì che riesce a pizzicare con più forza e questo le serve anche per scavare i tunnel nei quali poi deporrà le uova.
Quello che mi affascina di questi animali è, oltre al loro volo e la loro estetica, il ciclo riproduttivo e il loro sviluppo, molto lungo, dai 3 ai 5 anni.
E’ una specie tutelata dalla Convenzione di Berna, minacciati purtroppo dalla sparizione del loro habitat, costituito da boschi di latifoglie con alberi vecchi e morenti.
Come al solito, l’uomo, al centro dell’universo, pensa di sapere tutto e che tutto sia a sua unica disposizione; ha pensato in passato che un po’ di pulizia nel bosco era la cosa giusta da farsi. Con certi atteggiamenti e molta ignoranza si possono arrecare grossi danni alle specie viventi soprattutto a quelle che hanno un ciclo vitale così lungo.
Per favore, combattiamo anche noi, per difendere il nostro Pianeta.
Nella Gallery, altre immagini del piccolo mondo degli invertebrati.
Non finirò mai di tornare bambina, di entusiasmarmi e sorprendermi per certe piccole cose. E’ come un mondo magico che decide ogni tanto di svelarsi. A chi ha occhi e tempo per osservare ma soprattutto cuore per vedere. A chi decide per un attimo di fermarsi a riflettere che non siamo al centro dell’universo, che non decidiamo noi per tutto il mondo e le sue creature, il mio pensiero è che noi siamo allo stesso livello di ogni altro essere vivente, diversi come è giusto che sia, ma non migliori. E sdraiarmi in un prato, bassa bassa, al suolo, con la mia macchina fotografica, mi permette di oltrepassare quella soglia e poter entrare in quel magico piccolo mondo che, non guasta ricordarlo, è davvero importante e dovremmo tutti salvaguardare.
Così mi ritrovo ad osservare questa piccola creatura che si appresta a cercare rifugio per la notte, china il capo, sembra un inchino o una preghiera: per favore abbiate rispetto di noi.
Uno dei miei fiori preferiti : l’ Hepatica nobilis .
E’ divertente, nel sottobosco, giocare con le luci e le ombre .
Nonostante gli splendidi colori di questa Cypripedium calceolus, questa volta l’ho vista così, elegante come sempre .