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Primavera, tempo di fioriture e di Erba trinità, uno dei miei fiori preferiti. Ogni anno cerco di coglierne la bellezza e ogni anno mi rendo conto che la Natura è ineguagliabile: la nostra fortuna è saperla apprezzare e amare.
Ho ancora negli occhi la neve e il ghiaccio del mio ultimo viaggio nelle fredde terre del Nord ma qui, alle nostre latitudini, nei nostri sottoboschi, ormai, è primavera inoltrata. Le fioriture mi invitano alle prime uscite macro, e così, ecco la mia interpretazione per questi bianchi bucaneve: nel loro nome, la neve, ricordo dell’inverno che mi sta mancando già tantissimo.
Le condizioni meteo così variabili in Islanda a volte facilitano l’uso della propria fantasia immaginando luoghi diversi dal reale. Prima di questa nevicata mi trovavo in una piana lavica dove si vedeva l’arresto della lava durante l’ultima eruzione, ma al variare delle condizioni e sotto ad una improvvisa coltre di soffice neve fresca mi pareva quasi di trovarmi sulle sponde di un lago, magari ghiacciato, e di fotografare un paesaggio quindi ben diverso da quello che realmente è.
Vedere queste immense distese blu viola di lupini circondate dall’affascinante paesaggio islandese è sempre emozionante. Ho cercato allora di darne una mia interpretazione, realizzando questa fotografia, che mi riporta col pensiero a due anni fa.
In questo periodo nei boschi non si trovano solo Pianelle, orchidee e lucciole… ci sono anche queste meraviglie: Paris quadrifolia, più conosciuta come Uva di volpe ( Erba crogiola, Quadrifoglia, Parisetta ).
E’ un fiore che si perde nel verde del sottobosco, a volte nascosto dall’erba ed è difficile spostare la propria attenzione da orchidee belle come le Scarpette di Venere a questo fiorellino ma sono sempre più convinta che il bello della fotografia naturalistica è cercare di catturare tutto quello che può sembrare anche insignificante o che comunque fa meno clamore rispetto a tante belle immagini che vediamo quotidianamente sui social.
Sempre lei, splendida Cypripedium calceolus. Per questa fotografia, ho utilizzato una lente che molti di voi conoscono, il Trioplan, lente che peraltro non uso più molto spesso. Ma ogni tanto mi piace rispolverarla per ottenere questo bokeh così unico e inconfondibile, proprio come lo è questa orchidea.
Il fascino irresistibile della fotografia macro per me è immergermi in un mondo che ho sempre sotto agli occhi ma che in realtà non si può osservare nei particolari, se non fermandosi.
Stendermi a filo d’erba e osservare diventa un viaggio in un mondo diverso, è scoprire da un punto di vista inconsueto gli elementi che sono comuni se visti, come facciamo spesso, da una certa distanza. Un viaggio fatto lentamente e mentalmente.
Anche un prato colorato di crochi diventa qualcosa di diverso se osservato col naso all’insù, quasi dal loro punto di vista, verso l’alto, osservando le fronde degli alberi.
La stagione dei colori è arrivata. E così il sottobosco non è più costellato solo da miriadi di bucaneve e campanelle ma cominciano ad arrivare anche le altre fioriture come ad esempio le epatiche, che spezzano il bianco con il loro color violetto, e come i denti di cane, che è il soggetto di questa fotografia, i cui colori sono più tenui andando da un bianco rosato a un rosa violetto. La forma del suo fiore è così bello e particolare da non passare inosservato nel sottobosco.
Non sono impazzita, vedo anch’io l’imperfezione della foto ma… (pensiero laterale), la foto in realtà è perfetta così.
Se guardiamo le cose da un altro punto di vista a volte si colgono delle verità ovvie apparentemente nascoste.
Una foto perfetta, per descrivervi il tempo che imperversava quel giorno…quei giorni. Pioggia a dirotto, vento violento, impossibile ogni tentativo di portarsi a casa una foto… e mentre qualcuno è rimasto al caldo e asciutto della macchina, io dopo aver titubato un bel po’ sperando almeno il vento diminuisse, ho deciso di sfidare vento pioggia e schizzi delle onde dell’oceano che si infrangevano sugli scogli sotto di me. Tutto ciò per questo ricordo. Ma lo rifarei. A voi non dirà niente ma per me è come uno scrigno che cela un piccolo gioiello: una grande emozione.